13 янв COME SI REALIZZA L’AFFRESCO (PARTE TERZA)
Dopo aver eseguito lo spolvero, stando attenti a non sporcare la giornata precedente, si disegnano i contorni con una tinta scura ma non troppo carica (es. terra d’ombra naturale) si cominciano a stendere i toni di base e le campiture, in questo momento il muro assorbe perfettamente ogni pennellata, permettendo così di definire i particolari e le sfumature.
Finito questo “momento magico” in parte prolungabile spruzzando di frequente acqua sull’intonaco, senza però renderlo mal fradicio, conviene passare rapidamente alle velature; è bene non esagerare altrimenti si finirebbe con l’appesantire troppo il dipinto.
Al termine della giornata il muro comincia a respingere il colore, le pennellate diventano irregolari e cominciano a colare: è il momento di smettere.
Anche durante le giornate successive sarà bene bagnare l’intonaco già ultimato affinché la calce non aggredisca eccessivamente i colori asciugando troppo rapidamente, o se l’ambiente è troppo asciutto, non si screpoli.
Quando si pensa ai dipinti eseguiti ad affresco, spesso si nota una gamma cromatica limitata rispetto ad altri tipi di pittura, ad esempio l’olio o la tempera o le vernici acriliche.
La tavolozza del “frescante” è costituita da colori con requisiti particolari proprio per il tipo di legante impiegato, la calce, che per la sua forte alcalinità è molto selettiva.
I pigmenti per l’affresco devono essere chimicamente stabili, privi di componenti acide. Organiche o inorganiche che tenderebbero a reagire con la calce alterando o decomponendo la tinta.
Il pigmento ideale, in polvere fine ma non microscopica, è una terra naturale del gruppo degli ossidi o degli idrossidi, dei metalli di transizione come nel ferro, l’alluminio o il manganese, ecc.
A questa categoria appartengono le numerose ocre, gialle o rosse, stabili e resistenti alla luce.
Alle terre naturale appartengono anche alcuni composti chimicamente diversi, prevalentemente silicatici o misti ad ossidi e idrossidi.
I pigmenti di questo tipo sono le terre d’ombra e le terre verdi, sufficientemente stabili, anche se tendono a schiarire durante la carbonatazione.
Tra gli altri tipi di pigmento utilizzabili in affresco vanno ricordati i colori di origine minerale quali il lapislazzulo, la malachite, il blu cobalto.
Tra i colori di origine organica compatibili i più affidabili sono il nero di vite e la terra di Kassel.
Esistono poi alcuni colori di sintesi utilizzabili in affresco con la dovuta cautela, ad esempio i gialli e i rossi di Cadmio.
Il bianco S.Giovanni è un grassello purissimo, invecchiato almeno cinque anni, essiccato e macinato finemente; è un bianco stabilissimo conferisce resistenza a tutti i pigmenti con cui è mescolato.
Vanno evitati tutti i colori contenenti metalli pesanti, acidi, solfuri, sostanze organiche naturali o di sintesi.
Al momento di preparare le tinte bisogna tenere presente che asciugando si attenueranno in modo non sempre uguale fra pigmento e pigmento, in virtù delle caratteristiche del colore usato, della quantità, della densità della tinta preparata.
Sull’affresco il colore deve asciugare lentamente, per questo è utile bagnare il muro anche nei giorni successivi alla lavorazione.
Dopo pochi giorni si riescono ad apprezzare i maggiori cambiamenti anche se la maturazione dell’affresco si compie nel giro di 50/60 anni.
mario
Posted at 16:01h, 26 январяdesidero ricevere ragguagli e un preventivo per fare delle decorazioni nella mia villa,grazie.