Come per mistero la calce crea l’affresco

Come per mistero la calce crea l’affresco

3-COME PER MISTERO LA CALCE CREA L'AFFRESCO

La calce si ottiene cuocendo a circa 900 gradi, in speciali forni ad imbuto, dei sassi (generalmente ciottoli di fiume) composti essenzialmente di carbonato di calcio (CaCO3).

A questa temperatura i ciottoli si polverizzano trasformandosi in ossido di calcio (CaO) con eliminazione di anidride carbonica (CO2).

Avviene cioè la seguente reazione: CaCO3 a 900° = CaO + CO2↑

L’ossido di calcio detto “calce viva” deve essere “spento” immergendolo in acqua per almeno 6 mesi, prima di venir impiegato per l’affresco, poiché altrimenti brucerebbe i colori. Mediante l’immersione in acqua, l’ossido di calcio si trasforma in idrossido di calcio, Ca(OH)2, che si presenta come una pasta untuosa detta “calce spenta”. Quando l’idrossido di calcio (che mescolato alla sabbia costituisce la l’intonaco) s’asciuga, perde per evaporazione gran parte dell’acqua (H2O) e si combina con l’anidride carbonica dell’aria (CO2) tornando a formare carbonato di calcio (CaCO3) cioè un composto duro e insolubile come i ciottoli originali.

Avviene la seguente reazione: Ca(OH)2 + CO2 = CaCO3 + H2O

Questo processo, che si chiama carbonatazione della calce, richiede qualche mese poiché non è completo fin quando gran parte dell’idrossido di calcio non s’è trasformata in carbonato di calcio. Ovviamente questa trasformazione avviene più rapidamente negli strati superiori dell’intonaco, per cui gli antichi artisti mescolavano alla sabbia degli strati inferiori della pozzolana macinata che ha la proprietà di solidificare anche in presenza di acqua.

Vediamo ora cosa succede quando sopra l’intonaco si trova la pellicola pittorica.

Nella tecnica del “buon fresco” i colori vengono stesi sull’intonaco ancora umido senza legante, cioè sciolti semplicemente con acqua. Quando l’intonaco comincia a seccare, l’idrossido di calcio in esso contenuto migra verso la superficie dove, in seguito all’evaporazione dell’acqua e al contatto con l’anidride carbonica dell’aria, avviene la reazione già descritta che porta alla formazione di carbonato di calcio negli strati superficiali dell’intonaco. La pellicola pittorica si trova quindi inglobata nello strato di carbonato e questo dà ai colori quella eccezionale resistenza che è caratteristica del “buon fresco” e che permette a pitture di tal genere di conservarsi anche all’aperto. Non sono dunque i colori ad essere assorbiti dall’intonaco, come si pensava in passato, ma è l’idrossido di calcio che sale in superficie ad inglobare la pellicola pittorica. Da quanto detto risulta evidente l’importanza di dipingere sempre sull’intonaco umido: in caso contrario infatti le particelle di colore non vengono inglobate dal carbonato di calcio e, una volta asciutte, “spolverano” (in pratica passando la mano sull’affresco rimangono tracce di colore sulle dita), compromettendo irrimediabilmente il risultato pittorico.

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